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Da mesi, migliaia di famiglie vivono sospese in un tempo che sembra essersi fermato. Hanno firmato contratti, versato acconti, acceso mutui. Hanno creduto in un futuro fatto di stabilità e di casa. Ma quelle case oggi non esistono, o meglio: esistono, ma non possono essere abitate. 

Dietro ogni appartamento, una famiglia in attesa. Le istituzioni non sono state in grado di darci una fotografia della drammaticità della situazione. Le stime più accurate, costruite attraverso l’analisi di cantieri, permessi e contratti, indicano che le famiglie già coinvolte in questa paralisi sono almeno 4.167.

Un numero che potrebbe crescere esponenzialmente se si includessero tutti gli edifici già costruiti negli ultimi quattro anni con almeno una delle problematiche contestate dalla procura: il conto finale arriverebbe a 14.481 famiglie sospese. Oltre 39.000 persone coinvolte

Migliaia di cittadini milanesi possono trovare privati non solo del bene materiale della casa, ma del diritto stesso alla sicurezza, alla stabilità, alla progettazione della propria vita.

E intanto il tempo passa. Questo timer segna ogni secondo perso. Ogni secondo in cui intere famiglie vivono in affitto temporaneo, in sistemazioni di fortuna, in una condizione di stress economico e psicologico continuo. Ogni minuto in cui un diritto fondamentale viene sospeso. Ogni giorno in cui le istituzioni non rispondono. La situazione non può più essere ignorata. Il tempo scorre. La speranza resiste. Ma la nostra dignità non può più aspettare.